sabato 17 maggio 2008

Medioevo


Il nome stesso del "medioevo", inteso come età di mezzo, fase di transizione tra due stadi, implica già una visione negativa, che affonda le sue radici nel giudizio che ne diedero gli umanisti, già a partire dal Petrarca nel XIV secolo.

Vi era una volontà di descrivere come avvilente e pericolosa la quotidianità nell'età storica appena trascorsa, influenzati dalle recenti carestie e dall'arresto demografico dovuto alle epidemie. In realtà è storicamente accertato come, soprattutto dopo l'anno Mille, non mancarono importanti innovazioni e conquiste.

Nei secoli XVI e XVII la visione negativa del medioevo continuò, per raggiungere il suo culmine nell'epoca dell'Illuminismo, quando prevaleva la visione dei secoli del medioevo come epoca della "prigionia dello spirito", intesa come fanatismo religioso che relegava l'uso della ragione e dell'arbitrio. I caratteri di rozzezza e oscurità davano però una visione deformata e semplificata, che ancora oggi non è definitivamente tramontata. I mille anni di Medioevo, così ricchi di eventi e trasformazioni, hanno continuato ad essere riproposti come tenebra, barbarie, violenza, perdita d'identità, sterilità e carestia.

Per quanto numerosi si possano elencare i lati negativi attribuibili al Medioevo, limitandosi a quelli non fondati su chiacchiere o supposizioni, ma dimostrabili dalla schiettezza di certe fonti storiografiche, non si può davvero accettare che tali aspetti negativi vengano assunti a linee guida per la descrizione della realtà plurisecolare dell'Europa medievale e dei gruppi umani limitrofi.


Storicamente, le crociate furono una serie di campagne militari, bandite e avallate dal papato, che si svolsero dall'XI al XIII secolo. In origine furono tentativi da parte della Chiesa Cattolica Romana di riconquistare la Terra Santa ai Musulmani. Alcune vennero dirette contro altri Cristiani, come la quarta crociata contro Costantinopoli e la crociata albigense contro i Catari della Francia Meridionale.

La crociata, quando viene rivolta contro i musulmani di Spagna, i pagani dell'Europa orientale (Vendi), gli eretici della Linguadoca e gli avversari politici del papato in Italia, è una semplice guerra investita di sacralità, per la quale il papato si serve appunto di un concetto che risulta efficace al fine di mobilitare grandi masse di fedeli, ma che porta anche alla degenerazione dello stesso concetto.

Ferro, Fuoco e Munnezza




Bastavano però poche ore e la città era di nuovo a ferro, fuoco e munnezza. In mattinata esplodeva la rabbia degli abitanti di via Imbriani, a cavallo di via Salvator Rosa, l'arteria che sale dal centro cittadino alla zona collinare.
Strada bloccata, traffico più in tilt del solito, corse deviate per gli autobus, costretti a tornare in collina per scendere poi da un altro asse viario verso il centro. Stessa scena nel pomeriggio lungo la Riviera di Chiaia, la strada che collega il centro a Mergellina e Posillipo.
Anche qui due file di cassonetti rovesciati per strada e sacchetti a completare la barricata, con donne e bambini in prima fila, prontissimi a rigettare a terra anche il poco materiale che alcuni poliziotti volenterosi cercavano di radunare ai lati della carreggiata.

venerdì 16 maggio 2008








Rom = Ebrei = Italiani


"Altra cosa è riproporre lo stereotipo della colpa collettiva di un popolo, giustificandola sulla base di una presunta indole genetica, etnica. Quando gli speaker dei telegiornali annunciano la nomina di "Commissari per i rom", sarebbe obbligatorio ricordare che simili denominazioni sono bandite nella democrazia italiana dal 1945. Il precetto biblico dell'immedesimazione - "In ogni generazione ciascuno deve considerare se stesso come se fosse uscito dall'Egitto" - dovrebbe suggerirci un esercizio: sostituire mentalmente, nei titoli di giornale, la parola "rom" con la parola "ebrei", o "italiani". Ne deriverebbe una cautela salutare, senza che ciò limiti la necessaria azione preventiva e repressiva."

Da più parti si spiega l'inadeguatezza della sinistra a governare le società occidentali con la sua penitenziale vocazione "buonista". E' un argomento usato di recente da Raffaele Simone nel suo "Mostro Mite" (Garzanti), salvo poi trarne una previsione imbarazzante: la cultura di sinistra col tempo sarebbe destinata a essere inclusa, digerita dalla destra. Discutere un futuro lontano può essere ozioso, ma è utile invece riscontrare l'approdo a scelte comuni là dove meno te l'aspetteresti: per esempio sulla pratica delle ronde a presidio del territorio.

giovedì 15 maggio 2008


“Diventerà cieco,

No, appena la vita si sarà normalizzata, appena tutto riprenderà a funzionare, lo opererò, questione di settimane,

Perché siamo diventati ciechi,

Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione,

Vuoi che ti dica cosa penso,

Parla,

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”


Eccola la nuova cecità : gli zingari ci rubano i bambini, gli stranieri ci rubano il lavoro, i rumeni ci violentano le donne , i culattoni ci aspettano al buio per incularci, i drogati ci distribuiscono le carmelle drogate e il lupo vi aspetta nel bosco mentre andiamo a consegnare la torta alla nonna

Avanti verso il Medioevo...

Dai pannelli divelti si affaccia una ragazza, il capo coperto da un foulard fradicio di pioggia.
Trema, di freddo e paura.
Quasi per proteggersi, tiene al seno una bambina di pochi mesi.
Saluta una delle donne più esagitate, una signora in carne, che indossa un giubbino di pelo grigio. La conosce.
«Stanotte partiamo. Per favore, non fateci del male ».
La signora ascolta in silenzio. Poi muove un passo verso la rom, e sputa.
Sbaglia bersaglio, colpisce in faccia la bambina.
L’ispettore, che stava sulla traiettoria dello sputo, incenerisce con lo sguardo la donna.
Tutti gli altri applaudono.
«Brava, bravissima».
Avanti verso il Medioevo, ognuno con il suo passo.